domenica 1 gennaio 2017

Castità & tradimento & intimità

Francesco Piccolo

La vita sessuale di solito si esprime in due grandi categorie: fare sesso una sola volta con tante persone diverse; fare sesso tante volte con una persona. Ci possono essere molti gradi intermedi, ma nella sostanza sono questi i due aspetti radicati nel pensiero sessuale: la serialità e la relazione. La serialità è praticata da coloro che cercano un piacere sessuale generico e non coinvolto, e per questo cercano uomini o donne diverse, di continuo. Sono riconoscibili, perché dopo averci fatto sesso il loro atteggiamento verso il partner della notte precedente invece di migliorare, peggiora.

Se prima di fare sesso erano simpatici e affettuosi, dopo diventano cupi e distanti. È un po’ deprimente, perché passare una notte insieme a fare sesso metterebbe in atto un processo di complicità molto forte, almeno in teoria. Ecco, i seriali respingono proprio questo processo. Hanno un’idea tutta loro dell’intimità, non si riesce a contraddirli: i seriali ritengono che spogliarsi nudi, unire i corpi, mischiare umori, non sia intimità; mentre è intimità andare a cena insieme, o fare una passeggiata. Quindi, possono fare sesso facilmente, ma sono restii in modo patologico ad andare insieme a cena almeno una volta

La relazione sessuale è un processo inverso: le persone cercano nel mondo un’intimità. Cercano, nel fare sesso la prima volta, qualcuno che riconoscono, con cui star bene (con cui fare sesso bene) e quando lo trovano, vogliono ripetere l’esperienza di quel piacere specifico più volte possibile. Per loro, il sesso è soprattutto memoria (ripenso a te e mi eccito perché tu mi piaci), e di conseguenza intimità. Riguardo al tradimento, proprio perché nel caso della serialità non entrano in gioco i sentimenti e nel caso della relazione sì, si finisce per ritenere la serialità meno pericolosa della relazione. Ecco quindi l’atteggiamento moralistico: non sono coinvolto, quindi non ho tradito; se non sono coinvolti sentimenti, quello che ho fatto non ha nessun significato.
 
Ma la domanda fondamentale, ancor più in presenza della virtualità, rimane la stessa: il sesso respinge o cerca l’intimità? A mio modestissimo parere, dovrebbe cercarla; dovrebbe essere, se non sembra troppo azzardato, il luogo principe dell’intimità. E invece sta crescendo il partito contrario: la fuga dall’intimità. Fare sesso senza coinvolgere la conoscenza (rappresentata simbolicamente dal nome: ti ricordi come mi chiamo?) vuol dire fare sesso senza mettere in campo i sentimenti. Ecco, in questo consiste il moralismo: fino a quando non sono coinvolto emotivamente e non tocco la sfera sentimentale, io non tradisco per davvero. Né me stesso né la persona che amo.

 

Nessun commento:

Posta un commento

commenta questo post

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

home