domenica 5 aprile 2015

Invito al viaggio

Invito al viaggio

Esiste, dicono, un paese magnifico, un paese di Cuccagna, che io sogno di visitare con una mia vecchia amica. Paese singolare, sprofondato nelle brume del nostro Nord, e che potremmo chiamare l'Oriente dell'Occidente, la Cina dell'Europa, tanto vi si e sbrigliata la calda e capricciosa fantasia, tanto ha saputo illustrarlo, pazientemente, ostinatamente, con le sue sapienti e delicate vegetazioni.

Un vero paese di Cuccagna, dove tutto è bello, ricco, tranquillo, onesto; dove il lusso si compiace di specchiarsi nell'ordine; dove la vita si respira come un odore dolce e grasso; dove il disordine, la turbolenza e l'imprevisto sono banditi; dove la felicità si sposa al silenzio; dove perfino la cucina è poetica, eccitante e grassa al tempo stesso; dove tutto vi somiglia, angelo mio.

Conosci quella febbre malsana che ci assale nel freddo della miseriaî?, quella nostalgia di un paese mai visto, quell'angoscia della curiosità? C'è una contrada che ti somiglia, dove tutto e bello, ricco, tranquillo e onesto; dove la fantasia ha costruito e decorato una Cina occidentale; dove è dolce respirare la vita; dove la felicità si sposa al silenzio. Là bisogna andare a vivere, a morire!

Si, è là che bisogna andare a respirare, a sognare e prolungare le ore nell'infinito delle sensazioni. Un musicista ha scritto l'invito al walzer. Chi comporrà l'invito al viaggio da offrire alla donna amata, alla sorella elettiva?

Si, sarebbe bello vivere in quellatmosfera - laggiù, dove le ore sono più lente e contengono più pensieri, dove gli orologi scandiscono la felicità in un ritmo più solenne, significativo e profondo.

Sui lucidi pannelli, sul cuoio dorato, ricco e cupo, vivono con discrezione pitture beate, calme e profonde come le anime degli artisti che le crearono. Il sole, che nei tramonti versa un cosi ricco colore nella sala da pranzo o nel salone, filtra dalle belle stoffe e dalle alte finestre con i vetri divisi e piombati in tanti riquadri. I mobili sono vasti, Bizarri e armati di serrature segrete come anime raffìnate.

Gli specchi, i metalli, le stoffe, l'oreficeria e la ceramica eseguono per gli occhi una sinfonia misteriosa e muta; da ogni cosa, da ogni angolo, dalle fessure dei cassetti e dalle pieghe delle stoffe esala un singolare profumo, un profumo di Sumatra che è come l'anima dell'appartamento.

Un vero paese di Cuccagna: dove tutto e ricco, lindo e lucente come una coscienza pulita, come una magnifica batteria di cucina, come una splendida oreficeria, come una vetrina di gioielli rutilanti! Là affluiscono i tesori del mondo come nella casa di un uomo laborioso che ha ben meritato dal mondo intero. Paese singolare: superiore agli altri come l'arte è superiore alla natura, e dove quest'ultima è migliorata dal sogno, corretta, abbellita, rimodellata.

Cerchino, cerchino pirre, questi alchimisti dell'agricoltura, spingano indietro e allarghino i confini della loro felicità! Promettano pure premi di sessanta, di centomila fiorini a chi risolverà i problemi della loro ambizione! Io, il mio tulipano nero, la mia dalia azzurra, li ho già trovati!

Fiore incomparabile, tulipano ritrovato, allegorica dalia, è in quel paese, non è vero?’, e nel bel paese calmo e sognante che si dovrebbe andare a vivere e a fiorire? Tu saresti incorniciata nella tua analogia, e potresti specchiarti, per dirla con i mistici, nella tua propria corrispondenza....

Sogni, sempre sogni! E più l'anima e ambiziosa e delicata, più i sogni la allontanano dal possibile. Ogni uomo porta in sé la sua dose di oppio naturale, incessantemente versata e rinnovata: e dalla nascita alla morte quante ore di gioia effettiva, di azione decisa e riuscita possiamo contare? Vivremo mai, entreremo mai in questo bel quadro dipinto dalla mia immaginazione, in questo quadro che ti somiglia?

Quei tesori, quei mobili, quel lusso, quell'ordine, quei profumi, quei fiori miracolosi, sono te. Quei grandi fiumi, quei canali tranquilli: sempre tu. Quei bastimenti enormi e carichi, stipati di ricchezze, e da cui si leva la monotonia dei canti di manovra, sono i miei pensieri che dormono, che scorrono sul tuo seno. Tu li conduci dolcemente verso il mare deIl'infinito, mentre riflettono le profondità del cielo nella tua limpida e bella anima; - e quando, stanchi dell'onda e sazi dei prodotti dell'Oriente, rientrano nel porto natale, sono ancora i miei pensieri, più ricchi, che dall'in?nito tormno a te.

Charles Baudelaire

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