venerdì 13 maggio 2016

Molte volte parto con le migliori intenzioni



festa della mamma link esterno - parte II


 Fatemi fare questa premessa, se no poi sembra che sia prossima al suicidio: non sempre sono disperata, non sempre sono depressa e non sempre fisso il muro sperando che la giornata passi il più in fretta possibile perché é come se avessi in mano una bomba che non riesco a disinnescare e so che fra poco esploderá.

Alcune volte, dai diciamocelo, molte volte, parto con le migliori intenzioni, con la voglia di sfoderare il mio miglior sorriso, quello con lo scintillio, insomma, quello delle pubblicità per intenderci.

Partiamo dalla festa della mamma, che quest´anno cade di domenica, così la si può “godere’ a pieno.

Finalmente una mattina che finalmente si può dormire in santa pace, che vista la ricorrenza ti aspetti la colazione a letto portata dai figli, grassi sorrisi e coccolamenti vari, biglietti, fiori e disegnini, il tutto coordinato e diretto dal consorte per non farli scottare ai fornelli.

Ahhh che bello, già immagino profumo di caffè bollente, spremuta fresca, pane imburrato.
Shhh lasciatemi ancora sotto il piumone a godermi la mia festa.

TIC
TAC
TIC
TAC

Shhhh ancora notte
TIC
TAC

TIC

TAC

Primissime luci dell´alba

TIC

TAC

TIC

Ore 6

“Mamma o scendi subito con me a prepararmi la colazione o io urlo, spacco tutto e sveglio anche il vicinato’

Ecco, non è che mi immaginassi che mi svegliassero gli uccellini di Cenerentola accompagnati da un coro di gospel direttamente arrivati da Brooklin per l´occasione, ma non mi passava neanche nell´anticamera del cervello che Attila il flagello di Dio si impossessasse del novenne.

Gira che ti rigira e gira che ti rigira (anche le palle), alle nove, non potendone più della sua maleducazione, io e il seienne, con gli occhi ancora gonfi di sonno, scappiamo letteralmente in macchina promettendo al piccolo cinema e pop corn se fosse venuto con me.

Di male in peggio, io che prometto una cosa che non esiste solo per tirare via il piccolo di casa per poi sentire le sue urla in macchina quando gli dico che a quell´ora di domenica è tutto chiuso.

Ci si riunisce tutti e quattro all´una e si cerca di capire come affrontare queste situazioni critiche tutti insieme.

Mah delle volte mi sembrano sempre parole buttate un pò al vento quelle di noi genitori, dove la parola scusa , da parte dei figli, é sempre accompagnata da una scusa, ovvero motivazione per il comportamento, che non sta né in cielo né in terra, e noi lì a spiegargli che le cose non stanno proprio così come la vedono a loro.

Dalle tre facciamo giardinaggio a casa, i due sempre più elettrici (paura), si urtano, si schizzano con la canna, costruiscono, smontano, si insultano, finché il piccolo non si punge il piede nudo con un bastoncino.

Lo prendo in braccio cerco di portarlo in casa e tutto passa a rallentatore.

Io che inciampo e mi infilo nella caviglia il manico della scopa, lasciata per terra dai due, che sporgeva dal marciapiedino davanti a casa.

Io che mi catapulto in avanti, mentre la gamba tesa rimane attaccata al bastone e mi schizza indietro come solo Heather Parisi avrebbe saputo fare.

Io che poso delicatamente il seienne, come si appoggerebbe un pulcino nel pagliaio, prima di schizzare in aria come travolta dal tornado di Dorothy del mago di Oz.

Io che ripiombo per terra, prendendo botte su tutti gli spigoli di cemento, se no non c´era gusto.

Ed erano solo le 15 di un giorno da dimenticare o quasi.

(Anche a voi succedono queste cose? Fingete almeno di dirmi di si)



@vestitaacipolla -

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