domenica 29 maggio 2016

La mia notte mi strema - 2/3

Frida Kahlo - lettera a Diego Rivera mai spedita - II parte

Avreste dovuto vederci, “Frida la Zoppa” insieme a “Diego il grande seduttore”:
… una zavorra appesa a una mongolfiera.
 
Frida Kahlo

 

 

 

 

 

Sono le quattro e trenta del mattino. La mia notte mi strema. Sa bene che mi manchi e tutta la sua oscurità non basta a nascondere quest’evidenza che brilla come una lama nel buio, la mia notte vorrebbe avere ali per volare fino a te, avvolgerti nel sonno e ricondurti a me. Nel sonno mi sentiresti vicina e senza risvegliarti le tue braccia mi stringerebbero. La mia notte non porta consiglio. La mia notte pensa a te, come un sogno a occhi aperti. La mia notte si intristisce e si perde. La mia notte accentua la mia solitudine, tutte le solitudini. Il suo silenzio ascolta solo le mie voci interiori. La mia notte è lunga, lunga, lunga. La mia notte avrebbe paura che il giorno non appaia più ma allo stesso tempo la mia notte teme la sua apparizione, perché il giorno è un giorno artificiale in cui ogni ora vale il doppio e senza di te non è più veramente vissuta. La mia notte si chiede se il mio giorno somiglia alla mia notte. Cosa che spiegherebbe la mia notte, perché tempo anche il giorno. La mia notte ha voglia di vestirmi e di spingermi fuori per andare a cercare il mio uomo.
 
Ma la mia notte sa che ciò che chiamano follia, da ogni ordine, semina disordine, è proibito. La mia notte si chiede cosa non sia proibito. Non è proibito fare corpo con lei, questo, lo sa, ma si irrita nel vedere una carne fare corpo con lei sul filo della disperazione. Una carne non è fatta per sposare il nulla. La mia notte ti ama fin nel suo intimo, e risuona anche del mio. La mia notte si nutre di echi immaginari. Essa, può farlo. Io, fallisco. La mia notte mi osserva. Il suo sguardo è liscio e si insinua in ogni cosa. La mia notte vorrebbe che tu fossi qui per insinuarsi anche dentro di te con tenerezza.

Frida Kahlo - letterA a Diego Rivera mai spedita - settembre 1939 - parte II

  • Lettera a Diego Rivera mai spedita - parte I
  • Lettera a Diego Rivera mai spedita - parte II
  • Lettera a Diego Rivera mai spedita - parte III



  • La sua enorme pancia, liscia e tesa come una sfera, riposa su gambe forti, colonne bellissime, che finiscono nei grandi piedi che puntano a angolo ottuso verso l’esterno come per abbracciare il mondo intero e sostenerlo sulla terra invincibilmente come un essere antidiluviano da cui emerge, dalla vita in su, un esempio di umanità a venire, distante da noi due o tremila anni.
    Frida Kahlo
    Commento scritto da Frida Kahlo al “Ritratto di Diego”, per il catalogo di una retrospettiva di Rivera.


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