domenica 11 ottobre 2015

Sono troppo solo al mondo, ma non così solo




Posso arrabbiarmi con le persone che affermano che Rilke sia fragile, c'è invece in lui una forza così resistente come un diamante. Etty Hillesum
Potrei spingere il mio versatile pensiero sino ai tuoi confini e possederti (l’attimo di un sorriso). Lo deduco dalle tue parole, dalla storia dei tuoi gesti con cui le tue mani sapienti e calde plasmarono il divenire demarcandolo ………………………………… ………………………………… Ma prima della prima morte accadde un assassinio ………………………………… ………………………………… E da allora balbettarono solo frammenti del tuo antico nome. Parla il piccolo pallido Abele. Credo a tutto quel che non è mai stato detto. Voglio sfogare la mia devozione. Sono troppo solo al mondo, ma non così solo da rendere sacro ogni istante. Sono troppo piccolo al mondo, ma non così piccolo da starti innanzi come cosa. ………………………………… ………………………………… Voglio specchiarti sempre in tutta la figura, mai cieco o troppo vecchio, per sostenere la tua immagine vacillante e greve. Voglio dispiegarmi e non starmene chino da qualche parte, perché chino non sono più me stesso. Voglio che i miei sensi non mentano innanzi a te. Voglio descrivermi come un quadro indagato a lungo e da vicino, come una parola compresa bene. Lo vedi: voglio molto. Forse tutto: il buio d’ogni infinita caduta il baluginio giocoso d’ogni ascesa. ………………………………… Gioisci di chi ti impiega come strumento. Non sei ancora freddo e non è troppo tardi per tuffarsi dove la vita serenamente si svela: negli abissi del tuo divenire. Ti edifichiamo con mano tremante atomo su atomo. Ma chi può compierti, cattedrale? So che a noi è lecito volerti, perché Uno una volta ti volle ……… ………………………………… ………………………………… Anche se non vogliamo: Dio matura. Rainer Maria Rilke. Poesia tratta da Il Libro d’ore (la selezione dei versi è di Etty Hillesum)


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