domenica 21 giugno 2015

Cecilia Meireles








         

Cecilia Meireles,  racconta se stessa


Nacqui qui a Rio de Janeiro, tre mesi dopo la morte di mio padre ed ho perso mia madre prima di tre anni. Queste ed altre morti avvenute in famiglia hanno portato molti contrattempi materiali, ma, allo stesso tempo, mi hanno dato, sin da piccolina, una tale intimità con la Morte che dolcemente ho imparato questa relazione tra l'effimero e l'eterno
(...) In tutta la vita, mai mi sono sforzata di guadagnare nè ho avuto paura di perdere. La nozione o il sentimento della transitorietà di tutto è il fondamento stesso della mia personalità.
(...) La mia infanzia di bambina sola mi diede due cose che sembrano negative e sempre furono positive per me: silenzio e solitudine. Questa fu sempre l'area della mia vita. Area magica, dove i caledoiscopi inventarono favolosi mondi geometrici, dove gli orologi rivelarono il segreto del loro meccanismo e le bambole il gioco del loro sguardo. Più tardi fu in questa area che i libri si aprirono e lasciarono uscire le loro realtà e i loro sogni, in combinazione tanto armoniosa che ancora oggi non comprendo come si possa stabilire una separazione tra questi due tempi della vita, uniti come fili di un panno
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