sabato 4 aprile 2015

cento quartine

da Cento quartine

<<La porta del piacere... eccola, è qui.>>
Quella del tuo, sicuramente, sí.
<<Chi ti apre il cervello ? dimmi, chi ?>>
Chi lo sa aprire... Piano... sí, cosí...

 

Baciami; dammi cento baci, e mille:
cento per ogni bacio che si estingue,
e mille da succhiare le tonsille,
da avere in bocca un'anima e due lingue.



Oh sí, accarezza dolcemente, sfiora,
ma minaccia ogni furia e ogni violenza;
lentamente... non dentro, non ancora...
portami a poco a poco all'incoscienza.



<<Maledetta, luttuosa fantasia
che esige un cuore mite e anche feroce...>>
Fingi di averlo e levamela via:
io voglio che mi avvolga la tua voce.



Tu, misterioso spirito gentile,
fammi la guardia come un carceriere:
che non nasconda piú, vanesia e vile,
verità vergognose e voglie vere.

 

C'è un solo incontro e non c'è un solo addio
e devo sempre stare sul chi vive:
nel grande cimitero dei miei io
vivo una vita tutta recidive.



<<Guardalo questo corpo: ti appartiene.>>
Non ho occhio che pesa e che misura
e per vedere veramente bene
mi serve il buco della serratura.



In questa stanza che non ha piú uscita,
come stormisce il sangue, e al suo stormire
è il mio turno di vivere... di vita...
Io so che sai che cosa voglio dire.



<<So solo quello che mi basta a stento
per non sprecare i battiti del cuore,
perché sapere, sappilo, è un tormento:
è sempre chi piú sa che ha piú dolore.>>

 

Per sogni d'ombre, per ombre di sogni
per l'avanzo d'infanzia che mi avanza
per questo niente vuoi che mi vergogni?
Per sogni d'ombre morte in lontananza?



<<Non mi piace il tuo stile da mistero
e reciti te stessa molto male.>>
Il sogno è l'infinita ombra del vero
e spesso è più reale del reale.

Patrizia Valduga

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