lunedì 9 marzo 2015

la nostalgia del ritorno e nostalgia dell'ignoto

Nostalgia del ritorno e dell'ignoto

la nostalgia o la malinconia, che è dentro la nostalgia, ha un doppio, una doppia tensione.

Da una parte la tensione verso il ritorno a casa, che è quello di Ulisse. Ulisse piange sulla spiaggia di Calipso, (...) perché vuole tornare a casa [e, pur di tornare a casa, rinuncia all'immortalità che le offre la bellissima Calipso finestra] . Cosa vuol fare? Vuole tornare alla moglie, all'olivo nel quale ha scavato il letto nuziale (...). Quindi questo è un impulso della nostalgia, quello di tornare a casa, all'ulivo (...) - nostalgia significa male del ritorno nosotos-algos, in greco -,
"Dirò di me stesso un canto vero, i viaggi narrerò. Come in giorni duri spesso ho sofferto tempi di pena, ho sentito nel cuore amara la cura, nelle chiglie trovato dimore di dolore, sulle onde in tumulto dove spesso mi tenne veglia ansiosa di notte, alla prua della nave, che rollava alle rocce. Eran dal gelo i piedi premuti, legati dal ghiaccio in fredde catene, mentre pene soffiavano calde dal cuore e fame strappava lo spirito dentro, stanco del mare. Quell'uomo non sa, cui tocca su terra di vivere bene, come miserando sul gelido oceano, d'inverno ha percorso le vie dell'esilio, privato d'amici, pendevano attorno verghe di ghiaccio. Turbinava la grandine".

The shiffer - racconto medievale
l'altro impulso è quello di andare via, cioè nostalgia verso l'ignoto. (...)
...La nostalgia è sempre mescolata alla brama di fuggire da casa, di vedere luoghi nuovi, di acquistare conoscenza. Questo è presente già nell'Ulisse di Omero. Nell'Ulisse di Dante, l'ardore di andare oltre ogni limite è prevalente (...)
Ecco questi due sono gli impulsi della nostalgia. E uno è il testo omerico, diciamo, un altro è il testo dantesco. Tutte e due riguardano Ulisse. Sembrano due poli opposti, in realtà sono due poli assieme.

...Le Sirene attraggono Ulisse, Ulisse le vuole sentire, le vuole vedere, cosa che nessun altro mortale è mai stato in grado di fare e poi sopravvivere, le Sirene sono tutto ciò che attrae lontano da casa. La poesia, la sapienza, la fama, la gloria, il ricordo del passato - perché le Sirene sanno tutto, dice Omero - (...) La scena (...) è straordinaria. Ulisse si fa legare all'albero, mentre mette la cera nelle orecchie dei compagni, perché vuole sentire, ma nello stesso tempo vuole anche sfuggire, vuole tornare a casa. (...)

(...)nella scena dell'Ade, (...), quando Ulisse tenta di abbracciare la madre, quando la madre gli parla della morte, eccetera, Tiresia gli profetizza il futuro e gli profetizza questo futuro dicendogli:
"Tu tornerai a casa, ucciderai i pretendenti, ti ricongiungerai con tua moglie -
e via di seguito, però non è finita lì.
"Poi devi partire per una pena infinita, un ultimo viaggio",
dice. E cosa deve fare Ulisse in questo ultimo viaggio, Ulisse, Deve prendere un remo, se lo deve mettere sulle spalle, e deve viaggiare all'infinito, finché non arriva in un paese, dove non conoscono i remi, che sono "ali alle navi" - Poi Dante riprenderà questa definizione quando dice:
"dei remi facemmo ali al folle volo" -;
[un paese] che non conosce i remi, che non conosce il sale, che non conosce il cibo condito col sale, che non conosce il mare. Quindi prendere il remo e andare in un luogo che non conosce il mare. Andare all'infinito, perché per Omero, per il mondo, la cultura di Omero, un mondo che non conosce il mare non esiste. (..)
A notte l'ombre brunivano, nevicava dal nord, sulla terra ghiacciata cadeva la grandine, il più freddo dei grani. I pensieri del cuore mi turbano, ora, che sui mari profondi debba lanciarmi, nei flutti salsi in tumulto. Ogni volta però la voglia del cuore spinge lo spirito a viaggiare lontano, a cercare le terre straniere. Pure al mondo non c'è chi, sì folle di cuore, sì largo di doni, in giovinezza sì forte, sì ardito in imprese, con signore sì amico, sempre non abbia, ansia del viaggio, per il fato che a lui riserva il Signore. Non ha pensiero per l'arpa, per possesso d'anelli, né piacere di donna, né gioia mondana, né cosa alcuna fuorché l'onde rombanti, ma sempre si strugge chi si spinge sul mare, sempre si strugge chi si spinge sul mare.

The shiffer - racconto medievale
Piero Boitani
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